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  - PREMIO TOGNAZZI
 
     
 
     
 
Ritorna il premio Tognazzi
Il premio Tognazzi torna alla ribalta in tono dimesso
(Silvia Galli, 2 Marzo 2004, cremaweb.it)
 
     
  «Lo zio Ugo» sempre, e in ogni occasione, Bice Brambilla lo chiama in modo così affettuoso. E in nome di zio Ugo, il premio Tognazzi quest'anno sembra si farà, dopo un anno sabbatico. Il gran Premio, negli ultimi anni ha traballato un po', per motivi dovuti alla carenza di denaro, problema non da poco. Ma quest'anno la kermesse tornerà. Ne è convinta Bice, figlia di Ines Tognazzi in Brambilla, sorella di Ugo, nipote primogenita del grande attore cremonese e regista attivissima su questo fronte. Da lui ha preso lo spirito ironico e la battuta sempre pronta, anche se ci tiene a dire, «Non ho mai pensato lontanamente a fare l'attrice, mi è sempre piaciuto insegnare e scrivere, infatti ho frequentato l'istituto magistrale e ho insegnato fino al giorno della pensione». Al contrario l'unico fratello di Bice, Pietro ha iniziato a fare l'attore di cabaret e poi di cinema, ma poi ha deciso di fare tutt'altro nella vita, e alla fine neanche lui ha seguito le orme di quel famoso zio. Non parliamo poi delle altre sorelle di Bice, Rosalba, Laura, Maria Grazia e Patrizia, nessuno ha voluto avere a che fare con il mondo ovattato dello spettacolo. Il famoso zio a casa Brambilla è sempre tornato con una certa frequenza, quando negli ultimi anni della seconda guerra mondiale si era trasferito a Milano dove era rimasto fino agli anni 60. I nipotini cremonesi lo aspettavano sempre quello zio tanto simpatico, arrivava per Santa Lucia con tanti pacchi regalo, poi le visite come racconta Bice «si erano sempre più diradate, per motivi di lavoro. Negli anni 60 si era spostato a Roma e poi aveva acquistato casa a Velletri. Ma non ci si poteva scordare di lui: grandi telefonate e poi, in ogni posto in cui andasse, mandava una cartolina, a volte più di una, se c'era qualcosa che gli piaceva o gli rimaneva impresso. Un bel carattere quello dello zio Ugo, la sua era una “vis naturale”, improvvisava anche a tavola, sempre con la battuta pronta. Era autoironico nel proporsi e nel raccontare le cose». Sperimentava tutto con la curiosità di un eterno bambino, ma le doti di Tognazzi, come ricorda Bice, non si esaurivano alla bravura di attore comico ma era «bravissimo anche come attore drammatico. Vinse, a Cannes, nel 1981, il premio alla carriera per aver interpretato "La tragedia di un uomo ridicolo"», ama ricordare la nipote. La sua bravura non si limitava al cinema, era molto capace anche in cucina, che per lui era un hobby, ma anche un'arte, ed era anche autore di ricette. Il figlio Gianmarco fungeva da assaggiatore ufficiale di casa, lui che doveva collaudare le stranezze culinarie del papà, A Ugo gli si poteva dire qualsiasi cosa sui suoi film, ma guai a dirgli qualcosa sulla sua cucina. Ma era anche buongustaio della cucina altrui, «Una volta che arrivò a Cremona», ama ricordare Bice, «mi disse “Vestiti che usciamo a mangiare”. Accettai, anche se avevo cucinato delle meravigliose scaloppine. Andai a prepararmi, e quando tornai in cucina vidi che lo zio le aveva mangiate tutte». Dunque cuoco, ma anche “buongustaio”. Una vita sentimentale turbolenta, quella di Tognazzi, contrassegnata da tre matrimoni e da tante belle donne, dive bellissime, che lo hanno sempre accompagnato nella sua vita. «Mio papà» spiega Bice con un gran sorriso sulle labbra «era persona integerrima dal punto di vista della morale, l'uomo di una volta, rigoroso. Ogni volta che apriva il giornale e vedeva lo zio Ugo con qualche nuova fiamma alzava gli occhi al cielo e si scandalizzava». Eh sì perché Tognazzi di fiamme ne ebbe parecchie, ma «amò sempre moltissimo i suoi figli» spiega Bice, «Ricky è frutto del matrimonio con Pat O'Hara, poi c'è Thomas, regista, frutto della relazione con l'attrice norvegese Margaretha Robsahm e poi il matrimonio con l'ultima compagna, Franca Bettoja dal quale ebbe Gianmarco e Maria Sole. Con i figli è sempre stato un padre modello, severo e al tempo stesso dolce». Buoni i rapporti che Bice ha con i cugini: si vedono e si sentono spessissimo, soprattutto, con Ricky, «Spesso mi chiama» ricorda la donna «e mi chiede qualcosa su suo papà che non si ricorda. Mi dice “Tu che sei la memoria storica di famiglia...” e si fa raccontare alcune cose che non conosce».  
     
     
 
Bentornato Ugo
 
     
  Di quanto ne pensino i cremonesi, che il Gran premio Tognazzi sia un premio nostrano, un festival nato e portato avanti dalla testardaggine di Bice Brambilla, nato dall'affetto che questa nipote ha verso suo zio, in realtà è un premio che potrebbe davvero diventare qualcosa di davvero importante per la città di Cremona. Se solo ci fosse qualche privato che si mettesse una mano al cuore, aiutando finanziariamente l'associazione. Di occasioni ne sono già state perdute, speriamo che il festival continui a vivere, non venga affossato e trovi uno suo spazio definitivo. E in attesa dei nuovi sviluppi, la macchina organizzativa si è già messa in moto. Anche a noi vien voglia di dire «Bentornato zio Ugo».  
     
     
 
Trampolino di lancio per comici famosi
 
     
  Questa esilarante gara che ha visto sfidare sino all'ultima battuta tantissimi cabarettisti, ha portato alla ribalta nomi sconosciuti diventati famosissimi nel campo del cabaret, oltre a far muovere proprio i primi passi allo stesso cabaret. Tra i vincitori delle passate edizioni, che poi hanno preso il volo, Enrico Bertolino, Max Pisu, Gabriele Cirilli, Lucio Gardin, Ficarra e Picone, (Urbana Urgente), Simona Guarino, e non da ultima Sconsolata, che è diventata il fenomeno televisivo dell'anno. Annamaria Barbera, questo il suo vero nome, è stata partner di Teocoli e dell'Arcuri in "Scherzi a Parte", coprotagonista del film di Pieraccioni "Il paradiso all'improvviso". Ne sono passati tantissimi altri di comici a Cremona in tutti questi anni, tutti ragazzi presi dal vivaio di Zelig, che ha un filo diretto con l'associazione Tognazzi. Poi i comici che avevano partecipato al Premio cremonese, andavano a Saint Vincent a "Bravo Grazie", la champions league del cabaret, torneo per talenti comici emergenti che metteva in palio l'ambito "Premio Petrolini". Anche qui, nelle precedenti edizioni, hanno vinto quelli che poi si erano già piazzati ai primi posti a Cremona, artisti del calibro di Bertolino, Ficarra e Picone, o lo stesso Max Pisu. Il premio Tognazzi dunque è molto conosciuto nell'ambiente dello spettacolo. «Siamo molto ben visti a Saint Vincent» ha detto Brambilla, «mi invitano tutti gli anni. E tutti i ragazzi che hanno partecipato qui a Cremona, hanno un buonissimo ricordo dell'organizzazione, per la cordialità che è sempre stata usata nei loro confronti».  
     
     
 
Evento da rilanciare
 
     
  Il Premio Ugo Tognazzi Città di Cremona, una palestra per giovani cabarettisti riparte, dopo l'anno sabbatico del 2003, quest'anno si rifarà. Ne è convinta la regista di questo Premio della risata, la nipote del grande Ugo Tognazzi, Bice Brambilla che porta avanti questa kermesse dagli anni '90. Un premio, testimone del rapporto fra la città e la memoria del grande attore cremonese. A chi dava per scontato che il premio fosse morto o destinato ad esaurirsi con un nulla di fatto, a chi diceva che andava avanti arrancando, questa è la risposta. Anzi si sta pensando ad una rinnovata veste del premio, visto che con molta probabilità ci sarà un'unica serata. Certo il premio ha avuto momenti di gloria all'inizio, quando le serate iniziavano a settembre per concludersi con la finalissima a dicembre, poi l'entusiasmo iniziale si è attenuato. Per questo si è preferito unire semifinali e finali in uno spazio di tempo molto più breve. E poi si arriva a quest'anno con una sola serata. La formula è sempre stata e sarà sempre quella, ormai collaudata da anni: spettacolo e gastronomia per rispettare i due grandi amori di Tognazzi: il cabaret e la cucina. Non bisogna dimenticare che il premio Tognazzi vive di pubblicità e di sponsor e «diventa sempre più difficile reperire sponsorizzazioni», racconta Bice Brambilla, «È sempre stata un'impresa impegnativa e costosa. All'inizio aveva come sponsor fisso la Negroni, poi dopo qualche anno ci hanno detto che la piazza cremonese non aveva risonanza, non avevano alcun vantaggio dal punto di vista di riscontro, e si sono ritirati. insomma, vuoi anche per i diversi cambi dei vertici dell'azienda, andata nelle mani di alcune multinazionali, lo sponsor maggiore alla fine ci ha lasciato in asso». Ora chi contribuisce alla realizzazione delle serate sono Comune, Provincia, Camera di Commercio e la Fondazione comunitaria della provincia di Cremona onlus. «Ai comici che arrivano bisogna pur dare qualcosa in denaro, non vengono gratis, anche se magari hanno trovato fama grazie al premio Tognazzi, e poi proprio noi ci sentiamo in qualche modo di doverli pagare». Quest'anno dunque le forze saranno concentrate su un'unica serata evento, togliendo la formula delle semifinali «Spesso la gente si stanca di vedere giovani dilettanti sconosciuti, quindi magari preferisce vedere ed assistere solo alla finale che tra l'altro ha sempre riscosso molto successo in tutti questi anni», sottolinea Bice. Sarà dunque studiata una nuova formula per far divertire i cremonesi, e per non disperdere inutilmente energie, incorrendo in gravose e superflue spese. Si tratta insomma di studiarlo in modo diverso. Naturalmente ci saranno personaggi del mondo dello spettacolo, i vari membri della famiglia Tognazzi, che da sempre si prodigano a rendere possibile questo evento, Ricky in primis. Forse Cremona, in particolare i cremonesi, non hanno mai capito nè saputo sfruttare le occasioni che hanno, o non si sono mai accorti delle grandi potenzialità che la città offre anche grazie ai suoi illustri e famosi cittadini passati e presenti. La figura di Tognazzi è conosciuta ovunque, è stato e il suo nome tutt'ora è, ambasciatore della cremonesità in tutto il mondo, il premio è bandiera di una manifestazione ambiziosa che potrebbe benissimo valicare i confini provinciali. Potrebbe davvero compiere il gran salto, ci vuole però qualcuno che lo sostenga. Bice si augura dunque quest'anno di dire «Bentornato zio Ugo».  
     
     
 
“Ci proposero anche di produrre Zelig”
 
     
  Nasce prima il gran Premio Tognazzi o Zelig? Sarebbe come dire nasce prima la gallina o l'uovo. E’ molto interessante scoprire che il regista di Zelig arrivò a Cremona, proprio a casa di Bice Brambilla. E’ lei a raccontare cosa si dissero in quella occasione: "Arrivò a casa mia il regista, persona davvero simpatica che non conoscevo. Era venuto appositamente a Cremona per propormi come associazione Tognazzi di fare la produzione di Zelig, dovevamo dunque organizzare con il nostro Gran Premio delle rassegne di comici e poi produrle. L'idea era di sicuro molto allettante, ma avevamo bisogno di qualcuno che ci sponsorizzasse, visto che noi come associazione Tognazzi non nasciamo come produttori, non potevamo sopportare un onere così gravoso con le sole nostre forze. Insomma sarebbe stato bello e interessante. Avremmo dovuto produrre Zelig con il nome di Tognazzi. Non è stato possibile, un sogno non avverato". Una grandissima occasione persa per Cremona. Zelig approderà in televisione nel novembre del 1996, dieci anni dopo la nascita del cabaret di viale Monza, anche se la prima edizione si chiamava "Facciamo cabaret". La prima serie vera e propria fu condotta l'anno dopo da Claudio Bisio con Antonella Elia. E tra gli ospiti fissi niente meno che Bertolino, volto praticamente nuovo per il grande pubblico, attinto proprio dalla fucina di comici del premio cremonese.  
 
     
   
   
 
 
 
TEATRO TOGNAZZI (VELLETRI)
 
 
CINEMA TOGNAZZI (CREMONA)
 
 
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