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BIOGRAFIA
  - DICONO DI LUI / Alberto Sordi
 
     
 
     
 
Alberto Sordi  

Conversazione con
ALBERTO SORDI

 
 
     
  Credo di avere recitato insieme a Tognazzi una volta sola, in occasione di "Nell'anno del Signore" di Gigi Magni dove io avevo la parte di un frate e lui quella di un cardinale (ricordo una scena in cui lo aiutavo a vestirsi con i suoi abiti sfarzosi), mentre altre volte siamo apparsi in una stessa opera senza essere in scena insieme, come ne "L'ingorgo di Comencini" e "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno" di Monicelli, ed in diversi film ad episodi. Avevo una grande simpatia per Ugo, mi toccavano moltissimo la sua bontà e la sua generosità, sono andato molte volte a trovarlo a Velletri a casa sua e mi sono accorto che se si parlava di un suo film non aveva mai problemi a fare autocritica, ma guai a toccargli il cibo che preparava per gli ospiti, guai a fargli neanche per scherzo il minimo appunto, gli sembrava un torto imperdonabile... Quando ho iniziato a fare del cinema il mio intento era quello di andare al passo con il neorealismo sociale a sfondo ironico: mi arrivavano moltissime proposte e ricordo che non potendo far fronte a tutte le richieste segnalavo ai produttori alcuni colleghi di talento e tra questi mi fecero un ottima impressione sia Tognazzi che Vianello, impegnati all'epoca in diversi film popolari. Fui molto soddisfatto quando Ugo fu scelto da Luciano Salce come protagonista de "Il federale": il cinema fatto di personaggi veri che rispecchiavano la realtà fu subito molto apprezzato dal nostro pubblico e ognuno di noi attori di commedia di quella generazioni aveva un suo modo diverso di esprimersi e delle chiavi più congeniali: Ugo era un interprete finissimo, in grado di rappresentare personaggi stupendi e dotato di una vitalità meravigliosa, ma negli ultimi tempi sembrava che fosse prigioniero di una insolita inquietudine. Poco tempo prima che morisse, credo che fossimo nell'estate del 1990, io, lui, Gassman e Manfredi venimmo premiati insieme al Festival di Taormina, ma durante il viaggio di ritorno in aereo mi colpì il fatto che avesse un po' la testa tra le nuvole e che si bloccasse a metà. tra la depressione e la malinconia: conoscendolo da tempo la cosa mi sembrò molto strana e mi dispiacque molto. Lo ricordo con rimpianto come una persona buona e, allo stesso modo di Gassman, capace di grandi generosità.  
     
 
     
   
   
 
 
 
LA VITA DI UGO
 
 
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DICONO DI LUI
     
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LA CRITICA E UGO
 
 
UGO TOGNAZZI E RAIMONDO VIANELLO
 
     
 
 
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