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TELEVISIONE
  - UN, DUE, TRE - Come scoprire l'America senza saperlo (di Giovanni Buttafava)
 
     
 
     
 
Come scoprire l'America senza saperlo
 
 
(di Giovanni Buttafava)
 
     
  Se c'è una trasmissione italiana che corrisponde a una trasmissione di varietà televisiva americana, sostanzialmente, quasi naturalmente, questa è "Un, due, tre" (sul versante americano c'è "Your Show of Shows"). Sicuramente gli ideatori e i realizzatori della rivista italiana non sospettavano, e non sospetterebbero neppure oggi, una simile parentela, ma nondimeno l'impianto e il genere di comicità espressi dal programma condotto da Tognazzi e Vianello, specie nelle ultime stagioni (lo si può verificare sulle uniche tre puntate registrate e conservate nell'archivio RAI), erano gli stessi, o quasi. E il successo, i risultati erano simili: "Un, due, tre" è certamente la migliore rivista televisiva italiana degli anni Cinquanta, vivacissima, piena di impertinenze persino (passavano certe battute satiriche anche politiche che suscitavano scandalo o autocensure altrove), con il talento dei due comici squadernato senza ritegno, al vivo, trascinante anche nelle volgarità. Una volta c'era un filo conduttore, fragile ma divertente, la settimana dopo, il filo conduttore veniva abbandonato, e Tognazzi per farsi perdonare raccontava qualche barzelletta in più. Le attrazioni a volta erano nomi notevoli, a volte oscure scartine, subito dimenticate nel ritmo frammentato e affannosamente sghignazzante dello spettacolo: quel che contava, e che è rimasto nel ricordo, è la coppia Tognazzi-Vianello, che, come Caesar e Coca, si lasciavano andare con una genuinità totale, derivata dalla precedente e contemporanea attività sulle tavole del palcoscenico minore, all'epicità senza freni del contatto diretto con il pubblico, a travestimenti oltraggiosi, a parodie di film e spettacoli televisivi di successo come non si è mai più fatto, a caldo, fuori da ogni cautela alla Noschese. La qualità del divertimento offerto da "Un, due, tre" derivava dal modello della rivista teatrale, così come "Your Show of Shows": anzi, mentre lo spettacolo della NBC si rifaceva a un genere in estinzione, del quale prolungava l'ultima variante con predominio del comico, "Un, due, tre" più direttamente prendeva vigore da un genere che viveva la sua stagione d'oro e che fin da principio si era basato sull'importanza attribuita al comico rispetto al quadro "lussuoso" in cui si inseriva (soubrette, balletto eccetera). Era certamente l'ultima stagione d'oro della rivista teatrale italiana (la televisione contribuì a sferrare il colpo di grazia), e il progressivo inaridimento di quella "scuola" a poco a poco influirà anche sullo spettacolo leggero TV. Ma per intanto i comici più "epici" della rivista, come Tognazzi e Vianello, trovavano uno sbocco perfetto nella diretta dei primi anni, come, in altre trasmissioni di varietà, Walter Chiari, che riproponeva pari pari la debordante vitalità dei suoi sottofinali (mezz'ora di chiacchiere, proiettato in platea).  
     
     
  RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI  
  Buttafava, Un sogno americano, in G. Bettetini (a cura di), American Way of Television - Le origini della TV in Italia, Sansoni, Firenze 1980.  
 
     
   
   
 
 
 
VIDEOGRAFIA
 
 
SCHEDE BEST TV
 
 
UN DUE TRE
     
  Un, Due, Tre... TELETOGNAZZI
     
  Il programma dell'anno (di Aldo Grasso)
     
  Come scoprire l'America senza saperlo (di Giovanni Buttafava)
 
 
UGO TOGNAZZI E RAIMONDO VIANELLO IN TV
 
 
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